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Ucraina e Gaza: le radici storiche delle narrazioni occidentali

Ucraina e Gaza: le radici storiche delle narrazioni occidentali

 di Diego Monaci

Le due guerre principali del momento suscitano reazioni molto diverse nella popolazione occidentale. Seppur le azioni dell’esercito israeliano a Gaza siano in certi momenti molto più crude di quelle dei soldati russi in Ucraina, la narrazione nei confronti della Russia rimane più netta verso dure condanne, mentre per quanto riguarda Israele si tende anche a giustificare certe azioni.

A Gaza, le agenzie giornalistiche affrontano pesanti restrizioni dovute alla censura di guerra e ai bombardamenti. Ciò limita drasticamente l'accesso alle informazioni. Di conseguenza, solo poche notizie riescono a filtrare, offrendo una visione parziale degli eventi.

Ognuno ha una percezione diversa dei due conflitti e dei soggetti in campo, anzi, soprattutto in Italia, ci sono molti sostenitori sia della Russia, sia della Palestina per vari motivi. La narrazione tende però a condannare le azioni della Russia e a sminuire quelle di Israele.

La percezione antirussa

L’immagine che si ha della Russia in Italia e in Europa è quella di un grande impero espansionista. Nell’ 800 si guardava alla Russia come il regno assolutista per eccellenza, primo difensore dell’ordine monarchico e feudale, ma i principali nemici per il neonato regno italiano rimanevano la Francia e l’Austria asburgica.

La Russia diventa una minaccia soprattutto dopo aver assunto le vesti di Unione Sovietica. Lo scontro diventa continentale e ideologico: l’Europa “civilizzata” e anticomunista contro la nuova Russia atea e comunista. Durante la Seconda guerra mondiale sostanzialmente tutto il continente europeo partecipa all’invasione dell’Unione Sovietica. Successivamente, la divisione dell’Europa in due blocchi acuisce lo scontro ideologico tra capitalismo e comunismo.

Per l’Italia democristiana, l’Unione Sovietica non era il principale nemico strategico, ma finanziava e influenzava le decisioni del partito di opposizione, il Partito Comunista Italiano, il quale aveva posizioni antitetiche rispetto alla DC. Demonizzare la Russia comunista era necessario per mantenere la maggioranza al governo.

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica del 1991 lo scontro ideologico ebbe fine. La Russia tentò di riavvicinarsi all’occidente, ma dalla fine degli anni 2000 si tornò allo scontro. Putin, presidente russo dal 2000, rivendicò dichiaratamente nel 2008 uno spazio d’influenza contro l’espansione della Nato. Nella Nato entrarono i paesi dell’Europa orientale appena liberati dall’influenza sovietica che volevano assicurarsi contro una nuova dominazione. La Russia occupò quindi nel 2008 parti della Georgia settentrionale e, nel 2014, la Crimea, penisola sul Mar Nero appartenente all’Ucraina e principale base della flotta russa; inoltre minacciò Estonia, Lettonia, Lituania. La narrazione è tornata a essere quella dello scontro tra il mondo libero occidentale e la Russia dittatoriale ed espansionista. Questo scontro si è acuito con l'invasione dell'Ucraina nel febbraio 2022, quando quasi tutto l'Occidente si è schierato al fianco di Kiev, finanziandola e fornendole armi per respingere le armate russe.

Le origini della narrazione favorevole ad Israele

Ci sono molti motivi per cui Israele è stato per molto tempo intoccabile. Uno di questi è il senso di colpa che pervade le società occidentali (che ha raggiunto vette preoccupanti), per l’antisemitismo culminato con le politiche genocidarie contro gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. Ciò ha portato le società occidentali a chiudere più volte un occhio verso le azioni che intraprendeva Israele soprattutto verso i palestinesi, contro cui lotta dal 1948 per aggiudicarsi il territorio del precedente “mandato britannico della Palestina”.

Un altro motivo, di nuovo, è lo scontro ideologico religioso contro i musulmani. Esso risale al periodo basso medievale delle Crociate, ma si acuisce nel ‘500, quando l’Impero Ottomano avanzava pericolosamente nell’Europa sudorientale, arrivando due volte a minacciare Vienna. In Italia si diffuse in ogni angolo la voce della pratica ottomana dell’impalamento dei prigionieri, così si amplificò la paura verso i musulmani. Recentemente, inoltre, la diffidenza verso i musulmani è tornata particolarmente pesante a seguito del terrorismo islamico (soprattutto dopo la strage delle Torri Gemelle e per le azioni dell’ISIS) e delle politiche di accoglienza europee a seguito dei disordini in Nord Africa e Medio Oriente della prima metà dello scorso decennio.

La simpatia per Israele degli intellettuali progressisti degli anni 50-60 ha inoltre giocato un ruolo sottovalutato nella visione che abbiamo dello stato ebraico. Al momento della proclamazione dell’indipendenza del 1948, Israele si presentava come una ex colonia europea, con un governo e una struttura socialista e che lottava per la sua esistenza contro regimi monarchici molto vicini all’Inghilterra (vale a dire Egitto, Arabia Saudita, Giordania, Iraq e Iran). Tutti elementi che hanno affascinato il mondo comunista e progressista occidentale per tutta la metà dello scorso secolo.

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